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Premessa ad ogni attività

di Cosimo Rodia

 

La lettura è una abilità propedeutica all’acquisizione di tutte le altre; essa è alla base dell’apprendimento nelle società sviluppate, quindi uno strumento formidabile per condividere informazioni, per elaborare idee, per socializzare-trasmettere-acquisire valori.

Per Bruner, la lettura ha uno spazio importante perché la vita dell’uomo è scandita dalla narrazione; infatti, i racconti sono «la moneta corrente della cultura», lo strumento attraverso il quale una comunità umana costruisce continuamente il fondale contro cui si stagliano e acquisiscono senso le esperienze individuali. La stessa comprensione della realtà è mediata dalle narrazioni di cui le persone sono partecipi, come narratori e come destinatari.

Sulla stessa linea troviamo Todorov: «Il lettore non specialista, oggi come un tempo, non legge le opere letterarie, né per ricavarne informazioni sulla società […], ma per trovare in esse un significato che gli consenta di comprendere meglio l’uomo e il mondo, per scoprire una bellezza che arricchisca la sua esistenza; così facendo, riesce a capire meglio se stesso. […]. La realtà che la letteratura vuole conoscere è semplicemente […] l’esperienza umana».

Addirittura la neuroscienza parla di simulazione neuronale delle azioni messe in scena in un racconto. Lo spiega Gallese: «Attraverso lo scarto prodotto dalla creazione artistica, sia quando si fa cosmogonica, producendo nuovi mondi riassorbendo gli elementi che caratterizzano il “visibile”, sia quando, grazie alla finzione narrativa, crea degli apparenti doppini del reale, l’uomo è costretto a sospendere la sua presa sul mondo, liberando energie fino a quel momento indisponibili, mettendole al servizio di una nuova ontologia che finalmente, forse, può rivelargli chi è. Più che una sospensione di incredulità, l’esperienza estetica suscitata dalla produzione artistica può essere letta come una “simulazione liberata”. Perché un film o un romanzo ci emozionano potenzialmente più di una scena della vita reale di cui possiamo analogamente essere spettatori? Forse anche perché nella “finzione” artistica la nostra inerenza all’azione narrata è totalmente libera da coinvolgimenti personali diretti. Siamo liberi di amare, odiare, provare terrore, facendolo da una distanza di sicurezza. Questa distanza di sicurezza che rende la mimesi “catartica” può mettere in gioco in modo più totalizzante la nostra naturale apertura al mondo».

Potremmo dire schematicamente che si legge sia per il piacere di godere di una storia, sia per il bisogno di gioco. La psicologia infantile ha verificato che col gioco, poi, si inizia a conoscere il mondo e psicologicamente addomesticarlo, in un processo più ampio e sistemico di apprendimento. Quindi, aggiunge Jedlowski, soddisfacendo il piacere di racconto, che moltiplica la vita, il lettore abita il mondo narrato, vi si trasferisce, imparando a conoscere le cose, i sentimenti, le azioni possibili…, al punto da arricchire una mappa delle possibilità. Non siamo distanti da quanto ha scritto Todorov: «Più densa, più eloquente della vita quotidiana ma non radicalmente diversa, la letteratura amplia il nostro universo, ci stimola a immaginare altri modi di concepirlo e di organizzarlo».

Forte delle verità offerte dalla scienza, sentiamo che ognuno può fare la sua piccola parte nel diffondere il piacere della lettura, certi che così facendo ciascuno migliora se stesso, con una ricaduta positiva sui i figli e sull’ambiente in cui è dato vivere. Sicchè ai visitatori del Sito e a coloro i quali possono interagire direttamente col Centro, la preghiera è di dare fiducia, una parte del proprio entusiasmo ed anche, se potete, una porzione del proprio tempo libero.

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